La difficoltà maggiore che gli operatori sanitari possono incontrare nel Loro lavoro, può essere identificata come l'incapacità del paziente a riconoscere un significato positivo in un evento spesso così drammatico come può essere la malattia. L'impegno di quanti si accostano al malato è quindi molto complesso e richiede la capacità di mobilitare nella persona quell'atteggiamento mentale che gli consente di attribuire significati positivi, ricavandoli dalle proprie risorse, per poter restituire al soggetto la speranza. Ridere e sorridere sono utili per far “rinascere” il bambino che è in noi, con la sua voglia di vivere e giocare, con la sua creatività e spontaneità.
La comicità, l'umorismo, il ridere, aiutano a vivere meglio e, per chi si trova nelle condizioni di malattia, possono collaborare alla guarigione. L'allegria, secondo me, deve essere promossa e introdotta in tutti gli ambienti, e in modo particolare in quelli in cui vi è sofferenza. Il riso ha uno stretto legame con la gioia, che è lo stato naturale di armonia dell'animo umano. Allenando la mente al riso e all'allegria, si possono superare con maggiore facilità traumi, dolori fisici e psichici e ritrovare il collegamento con la gioia. Tocca a noi stessi scegliere e decidere, sin dal momento in cui ci svegliamo la mattina, di quale umore vogliamo essere durante la giornata. E' vero tuttavia che a volte l'educazione ricevuta, i doveri, gli obblighi, i precetti, i pregiudizi, le religioni, portano a vivere la vita “seriosamente” e sembra altresì che il paradigma del dolore negli esseri umani sia più forte del “diritto alla gioia”. E' proprio in questi casi che il riso e l'allegria possono essere “insegnati”, ovvero la mente può essere allenata attraverso l'umorismo a trovare il positivo anche in situazioni di dure prove. Non è detto che basti sorridere per stare bene, ma di sicuro è sufficiente per stare meglio.
VI AUGURO UNA BUONA VITA A TUTTI CON IL SORRISO!!